giovedì 8 novembre 2012

Maometto ante portas - L'assedio e la battaglia di Vienna 1673

Ancora una volta l'Europa deve fare i conti con i turchi.
L'islam torna all'attacco dopo le sconfitte subite nel corso dei secoli che non hanno cancellato l'idea di dominare il vecchio Continente e sostituire la croce con la mezzaluna.
Vienna deve subire un nuovo assedio turco dopo quello di centocinquant’anni prima del 1529,all’epoca brillava la figura di Solimano il Magnifico,adesso anche se non c’è un governatore altrettanto famoso,l’islam torna all’offensiva.
Il secondo assedio sarà risolto da una battaglia sempre alle porte di Vienna che per fortuna,eviterà alla città danubiana di cadere nelle mani dei credenti di Maometto.
Nel 1673 i Turchi guidati dal comandante in capo Karà Mustafà,in guerra contro l'impero asburgico assediano Vienna il 14 luglio 1683. Il comandante in capo austriaco von Starhemberg,rifiuta di arrendersi alle truppe ottomane e decide di asserragliarsi disperatamente in città.
La situazione appare disperata: nella capitale dell'impero la famiglia imperiale fugge insieme a dignitari e ambasciatori stranieri,i cittadini sono terrorizzati e per evitare di concedere agli assedianti posti di riparo troppo vicini alle mura,distruggono le case costruite al di fuori della cinta muraria.
L'assedio durerà due lunghissimi mesi.
Ancora una volta abbiamo la coincidenza delle date: il 14 luglio 1683 iniziò l'assedio di Vienna; il 14 luglio di 106 anni dopo inizierà la Rivoluzione Francese. Corsi e ricorsi storici.
L'esercito turco possedeva una artiglieria abbastanza scadente e antiquata per poter abbattere le solide mura austriache che circondavano la capitale,in compenso però le truppe musulmane erano abilissime nello scavare mine che avevano il compito di far cedere parti delle mura o danneggiarle gravemente. I lavori per la preparazione delle mine iniziò alacremente,la conquista di Vienna sembrava questione di tempo.
A peggiorare la situazione ci si misero anche 3-4mila tartari provenienti dall'est che presero a saccheggiare e incendiare i dintorni della capitale.
Gli stati tedeschi alleati dell'Austria sapendo che gli Asburgo,in lotta decennale contro la Francia di Luigi XIV, temevano che il sovrano francese potesse approfittare di questa congiuntura per sferrare un attacco al Sacro Romano Impero da ovest. Per fortuna il Papa,obbligò il sovrano francese a dimostrare la sua fede cattolica,inviando una flotta nei pressi di Algeri. Il pericolo di un altro attacco (questa volta dai francesi che erano cattolici come gli austriaci) era scongiurato,ma la situazione a Vienna divenne insostenibile: parti delle mura furono gravemente rovinate dai lavori di minatori turchi che lavoravano incessantemente per indebolire le possenti difese viennesi.
L'imperatore Leopoldo I,riuscito a sfuggire all'assedio riuscì a formare una coalizione di cui fa parte il re di Polonia Giovanni III Sobiesky,la minaccia che l'Europa orientale cadesse in mani musulmane era dietro l'angolo. Se Vienna fosse caduta,la stessa Germania e la Polonia avrebbero fatto la stessa fine, scatenando un terrificante effetto domino che avrebbe stravolto il continente,la Germania,infatti era impossibilitata a far fronte a un assalto turco in quanto uscita economicamente e militarmente devastata dopo la Guerra dei Trent'anni,una vera e propria Grande Guerra del XVII secolo.
Il Re di Polonia accetta di aiutare l'imperatore asburgico pur senza ricompense territoriali,in quel momento la minaccia di un cataclisma geopolitico era imminente.
Karà Mustafà però aveva commesso degli errori: non era riuscito a motivare la componente non musulmana della sua spedizione militare e all'interno dell'esercito c'erano sostenitori di una campagna a più corto raggio che mirasse alla conquista di piccole piazzeforti invece che di grandi città come Vienna,alcuni erano contrari fin dall'inizio alla spedizione militare e all'assedio.
Anche in campo turco,nonostante fosse la parte assediante c'erano dissapori malumori e lo stesso comandante commise l'errore di non fortificare le colline a nord di Vienna cui le sue truppe avevano distrutto un ponte che collegava le la città danubiana con l'altra sponda. Sarà l'errore decisivo.
Le forze della nuova Lega Santa si riunirono sul "Monte nudo" pronte allo scontro decisivo contro i turchi di Mustafà,era l'11 settembre,la stessa data in cui nel 2001 le torri gemelle di New York saranno distrutte dagli attacchi terroristici. Ancora corsi e ricorsi della storia.
Il giorno dopo incominciò la battaglia: Mustafà attacca per primo per interrompere le operazioni di dispiegamento dell’esercito nemico e incita i suoi uomini a aumentare gli sforzi per riuscire a entrare a Vienna,i cui cittadini, esultanti per i rinforzi, tentano una estrema resistenza.
La battaglia è ferocissima,i turchi sono in difficoltà in quanto non hanno posto difese per un eventuale attacco che non erano riusciti a prevedere
Dopo diverse ore il comandante musulmano decide di vendere cara la pelle e cercare disperatamente di entrare a Vienna ormai allo stremo per poi tentare la resistenza all'interno della città. Il piano non riesce seppure il comando e l'esercito della Lega Santa diviso da motivi religiosi e lingua offra a Mustafà un punto debole su cui puntare,infatti le manovre della Lega sono lente e caotiche,Mustafà cerca di contrattaccare nei punti deboli dello schieramento cattolico,ma seppur ben indirizzati la carenza di uomini,la stanchezza pongono l'esercito turco in condizione di inferiorità che porta gli assedianti, che nel frattempo devono fare i conti anche con sortite dei viennesi ,alla sconfitta.
A regalare alla lega Santa la vittoria finale ci pensano i 3000 ussari guidati dal re Giovanni III Sobiesky (4 corpi di cavalleria,uno tedesco e tre polacchi) lanciati alla carica. Gli ussari sterminano quello che rimane dell'esercito turco che lascia sul terreno migliaia e migliaia di uomini,saranno circa 15 mila i morti musulmani,contro 2000 della Lega Santa e 2500 feriti.
Vienna e l'Europa centrale erano salve dalla nuova invasione musulmana. La ritirata dei turchi si trasformò in una rotta: Belgrado capitolò pochi mesi dopo grazie alle imprese militari di Eugenio di Savoia che partecipò alla battaglia di Vienna. Karà Mustafà che aveva fatto uccidere Ibrahim Buda, sarà fatto strangolare per ordine del sultano a Belgrado poco prima che questa si arrendesse.
Per la terza volta (la quarta se si considera anche l'assedio di Vienna del 1529) l'Europa riesce a sventare la minaccia degli arabi prima e dei turchi poi che minacciarono di invadere e sottomettere alla fede di Maometto il Vecchio Continente.
La croce vince sulla mezzaluna.  Da questo momento in poi l’Europa non conoscerà più altre minacce provenienti dal lontano oriente,i futuri guai nasceranno,come sono sempre nati,all’interno del continente

venerdì 2 novembre 2012

Maometto ante portas - La battaglia di Lepanto 7 ottobre 1571

Ottobre sembra essere il mese adatto allo scontro di civiltà: ad ottobre del 732 si tenne la battaglia di Poitiers tra il governatore arabo andaluso e Carlo Martello di cui ho parlato nel post precedente,sempre a ottobre si tenne una nuova battaglia che vide contrapposti i crisitiani della Lega Santa contro l'impero ottomano, ottocento anni dopo la battaglia in terra di Francia.
Ancora una volta si diffonde a regola d'arte la paura dell'espansionismo islamico che,alcuni secoli dopo la disastrosa avventura delle crociate,torna ad agitare l'Europa.
In realtà i motivi per cui Cristiani e Islamici toranrono a trucidarsi fra loro furono essenzialmente due:
innanzitutto la Repubblica di Venezia era preoccupata dell'espansionismo islamico che minacciava i suoi fiorenti commerci con l'oriente temendo che,i musulmani avrebbero potuto chiudere i canali di comunicazione che rendevano opulenta la repubblica marinara.
Il secondo motivo fu l'assedio della città di Famagosta (Cipro),all'epoca sotto controllo veneziano da parte dei musulmani comandati da Lalà Mustafà.
L'assedio della cittadina durò oltre un anno,ma i veneziani,nonostante la eroica resistenza dovettero arrendersi agli assedianti. C'è da dire che Mustafà aveva cortesemente chiesto,all'inizio dell'assedio,ai cittadini e alla guarnigione di capitolare immediatamente offrendo al governatore della città Marcantonio Bragadin un carniere di pernici che fu sprezzatamente rifiutato come la richiesta di resa.
Irritato,Mustafà diede a Bragadin la testa mozzata e putrefatta del governatore di Nicosia Niccolò Dandolo,minacciando di fare la stessa cosa con gli abitanti della cittadina. Bragadin,seppellì il macabro trofeo e diede il via a un assedio che durò oltre un anno.
Stremati dalla penuria di cibo,dalle malattie e dai bombardamenti,la piazzaforte decise di intavolare accordi con il comandante degli assedianti per una resa onorevole.
L'accordo prevedeva che i cittadini e la guarnigione avessero salva la vita. Adesso le informazioni da me consultate per la realizzazione di questo post, sono discordi.
 Wikipedia afferma che,poco dopo la firma degli accordi Mustafà si rimangiò la promessa e mise a sacco la cittadina semidustrutta, Bragadin ebbe le orecchie mozzate e, legato a un asino fatto girare per la cittadina sottoposto a sevizie e insulti di vario genere,poi catturato,fu scuoiato vivo e la sua pelle issata sull'albero maestro di una nave portata a Istambul. Verrà riportata a Venezia da un ex schiavo veneziano Gerolamo Polidori che riuscì a sfuggire dall'impero ottomano in maniera fortunosa.
Un altra informazione, fa risalire la reazione brutale di Lalà Mustafà a un forte diverbio avvenuto tra Bragadin e il comandante delle truppe turche assedianti.
L'avvenimento scosse l'intera cristianità. Il Pontefice Pio V cercò di organizzare una alleanza,la più larga possibile, per combattere la nuova minaccia turca. Dopo mesi di incessanti trattative, prese corpo la cosiddetta "Lega Santa" composta dalla Repubblica di Venezia,  Stato Pontificio, il Regno di Spagna governato da Filippo II.
I lavori per l'allestimento della nuova flotta crisitiana furono svolti alacremente e vennero apportate delle modifiche alle galee veneziane: furono costruite nuove navi,le galeazze una imbarcazione intermedia tra la galee e i galeoni spagnoli, Francesco Duodo,eccellente marinaio e scienziato diede ordine che le nuove imbarcazioni avessero cannoni anche sulle fiancate delle navi e non solo sulle due punte,in modo da rendere più efficace l'attacco alle navi nemiche.
Un personaggio resterà celebre nell'evento di Lepanto: Sebastiano Venier,ma di lui parleremo più avanti.
Per la flotta pontificia fu nominato comandante un esponente di spicco della nobiltà romana: Marcantonio Colonna che,dalla battaglia tornerà coperto di gloria e onore.
Il punto di incontro della flotta cristiana era Messina,in modo da raggiungere più facilmente il "terreno" dello scontro,nella cittadina siciliana arrivarono anche le navi spagnole comandate da Giovanni d'Austria,figlio di Carlo V e fratello dell'imperatore Filippo II di Spagna. La flotta  fu ispezionata da Giovanni che rendendosi conto del minor numero di equipaggio all'interno delle navi veneziane decise di aumentare gli effettivi con equipaggio spagnolo. Un episodio rischiò seriamente di mandare tutto a carte quarantotto: Venier,che faceva parte della spedizione veneziana nonostante i suoi 75 anni di età,fece impiccare un soldato spagnolo reo di aver oltraggiato Venezia e Veneziani,Giovanni d'Austria saputo della notizia ordinò immediatamente a Venier spiegazioni plausibili. I due litigarono ferocemente,ma per fortuna il tutto si risolse con i due "primi uomini" che evitarono accuratamente di parlarsi direttamente.
L'imponente flotta partì alla volta dell'Oriente.
Intanto Alì Pascià che era stato nominato ammiraglio della flotta turca ed ebbe il comando delle operazioni,ordinò di dirigersi a Lepanto considerato un porto strategico,a Lepanto Alì Pascià e il suo vice Uluc Alì,in realtà un calabrese (Giovanni Dionigi Galeni) coinvertitosi all'islam e divenuto,appunto vice ammiraglio,studiarono il piano di battaglia.
Uluc premeva per restare a Lepanto e attendere i nemici in un porto favorevole. Alì Pascià invece voleva uscire e dare battaglia alla flotta cristiana certo della vittoria finale. Alì Pascià ebbe la meglio seppur avesse minor esperienza rispetto Uluc Alì che i cristiani della Lega Santa soprannomineranno "Ucciallì".
Nel golfo di Patrasso le due flotte dovettero impiegare diverse ore per effettuare lo schieramento. Sul versante cristiano le 6 galeazze veneziane formavano la prima linea,saranno decisive nel corso dello scontro.
il 7 ottobre del 1571 le due formazioni si scontrarono in maniera feroce: Sebastiano Venier nonostante i suoi 75 anni compì gesti eroici,uccidendo numerosi turchi a colpi di balestra ed estraendo una freccia musulmana dal piede,riprendendo la battaglia. Sei anni più tardi sarà l'ottantottesimo doge di Venezia,una carriera di tutto rispetto.
Lo scontro fu una ecatomb: i morti da ambo i lati furono numerosissimi,ma i turchi vennero travolti dalle galeazze veneziane che ben presto fecero poltiglia delle imbarcazioni musulmane che, tra l'altro,potevano contare su un equipaggio male armato rispetto a quello crisitano.
Alì Pascià fu ucciso durante lo scontro,la sua testa mozzata e portata come trofeo davanti a Giovanni d'Austria che si rammaricò in avrebbe voluto che l'ammiraglio turco fosse catturato da vivo.
La Lega Santa e venezia ottenne una vittoria strepitosa,l'armata musulmana uscì con le ossa rotte,l'espansionismo arrestato. Uluc Alì riuscì a scampare alla cattura e a ritirarsi in una zona più sicura lontano dagli ultimi fuochi della battaglia.
Anche questa volta la propaganda crisitiana affermò che a Lepanto i crisitiani guidati dalle forze celesti avevano sconfitto gli infedeli feroci e aggressori,considerando quello scontro come una battaglia giusta per il trionfo della vera fede contro il credo degli uomini di Maometto.
In realtà la battaglia di Lepanto fu solo un modo per evitare che l'espansionismo turco bloccasse i traffici di Venezia che rendevano opulenta la città marinara,il Papa Pio V infatti,nelle trattative per organizzare la Lega Santa fece notare proprio questo rischio ai veneziani.
La Spagna contattata dai diplomatici pontifici,inizialmente era poco disposta a scendere in campo per sostenere la nascente Lega,in quanto lo sguardo di Filippo II si posava sulle meraviglie del Nuovo Mondo e sui suoi immensi giacimenti di oro,argento e nuove colture come patata,pomodoro,cacao,cotone e tabacco. L'abilità dei diplomatici della santa Sede riusciranno a convincere il re di Spagna a far parte dell'alleanza.
La propaganda crisitiana che vuole,la battaglia di Lepanto come una svolta epocale e la vittoria dei buoni cristiani contro i feroci musulmani che erano in piena espansione,non convince più di tanto gli storici che vedono motivi più venali oltre al contrasto religioso.
Per Venezia fu una una vittoria che le consentì di restare la dominatrice del Mediterraneo ancora a lungo,per la Spagna una nuova occasione per affermare la sua egemonia politica e per lo Stato della Chiesa la dimostrazione che la fede cattolica trionfava contro la presunta menzogna di Maometto.

mercoledì 31 ottobre 2012

Maometto ante portas - La battaglia di Poitiers 732 d.C.

Apro il primo capitolo sullo scontro tra Musulmani e Cristiani avvenuti nel corso dei secoli e che hanno visto da entrambi i fronti importanti protagonisti delle battaglie combattute in nome della religione.
Nel primo post tratterò la battaglia di Poitiers combattuta nel 732 tra i cristiani di Carlo Martello e i musulmani guidati dal governatore dell'Andalusia,all'epoca in piena espansione.
La battaglia di Poitiers fu davvero la diga che evitò una conquista musulmana dell'intero continente europeo, o fu piuttosto una battaglia come tante ingigantita dalla "propaganda" cristiana che era terrorizzata dall'espansionismo islamico?


L'impero romano d'occidente era caduto nel 476 d.C. con la deposizione dell'ultimo imperatore fantoccio Romolo Augustolo,l'epopea di Roma si era aperta con un altro Romolo,il primo re di Roma,si chiuse quasi un millennio più tardi con un imperatore omonimo deposto da un generale di origine ostrogota,Odoacre,che inviò le insegne imperiali a Costantinopoli capitale dell'impero romano d'Oriente che vivrà altri mille anni.
L'Europa è uno spezzatino di regni e regnucoli romano barbarici: in Italia dominano gli ostrogoti,in Francia i Franchi e i Burgundi,in Spagna i Visigoti,in Africa (ex provincia romana) i Vandali,in Inghilterra Angli e Sassoni condividono il territorio con le tribù celtiche inglesi; ma il continente è lungi dall'aprire una epoca di stabilità,progresso e pace: Nel VI secolo in Italia arrivano i Longobardi che nel giro di duecento anni riusciranno a conquistare quasi tutta la penisola.
Questa popolazione di origine scandinava in gran parte ariana o pagana, devasta,saccheggia,incendia monasteri,uccide vescovi e prelati,minaccia il ducato romano e scaccia dall'italia meridionale le ultime sacche bizantine. Nel corso dei decenni i longobardi finiranno per abbracciare la fede cattolica anche grazie all'opera delle regine longobarde che daranno un impulso importante alla fondazione di nuove chiese e monasteri.
Al di là del Mediterraneo nasce una nuova religione: l'Islam predicato e diffuso da un certo Maometto che nel VI secolo d.C. riesce a riunire le tribù arabe in lotta tra loro grazie alla diffusione della nuova religione monoteistica,l'urlo di "Allah Akbar!" sale forte in cielo all'indomani dell'ascesa di Maometto. Il nuovo culto trascina gli arabi alla conquista di un impero gigantesco.
I Bizantini non riescono a contenere l'onda d'urto: il Medio Oriente cade nella mani degli arabi,poi è la volta dell'Egitto,dell'intero nord Africa che apre le porte ai nuovi conquistatori, detestando l'amministrazione bizantina che,precedentemente aveva scacciato i Vandali.
L'impero d'oriente è stremato da decenni di guerre ininterrotte,l'attuale Turchia rischia di essere occupata dai conquistatori della mezzaluna. Intanto l'uragano islamico sconfigge i Visigoti in Spagna,occupa la Sicilia. L'islam sembra inarrestabile.
Nell'anno 732 d.C. il governatore dell'Andalusia Al-Ghafiqui punta sulla città di Tours dove la Basilica dedicata a Martino di Tours offre alle rapaci mani islamiche un ricchissimo bottino,se cade la cittadina francese,molto probabilmente gli arabi possono avere strada spianata per lanciarsi alla conquista dell'Europa cristiana e sostituire il crocifisso con la mezzaluna,la Bibbia con il Corano,il pater noster con il richiamo dei muezzim.
Oddone duca della marca di Aquitania, vassallo di Carlo Martello,nel tentativo di fermare l'avanzata degli arabi viene sconfitto nella battaglia della Garonna. Per evitare una tragedia,nonostante fosse in pessimi rapporti con Carlo Martello,Oddone chiede aiuto al maggiordomo di palazzo che decide di scendere in campo per fermare la nuova minaccia.
All'epoca Carlo Martello era un maggiordomo di palazzo,la più alta carica onorifica e feudale dell'epoca che concedeva,a chi ne era in possesso,un potere sconfinato,uguale se non superiore al potere nelle mani del re dei Franchi. Il maggiordomo di palazzo poteva prendere decisioni importanti,decidere su talune questioni,fare le veci del sovrano legittimo in caso di sua assenza o morte,fino al momento dell'intronizzazione del nuovo monarca,guidava l'esercito. Tutto ciò faceva di Carlo Martello un vero e proprio sovrano anche se non ne aveva il titolo,suo figlio,Pipino il Breve aprirà la nuova dinastia dei re dei Franchi,detronizzando Childerico III e rinchiudendolo in un monastero a Saint Bertin. Il "golpe" dinastico sarà motivato più tardi da Eginardo,biografo di Carlo Magno affermando che,la dinastia precedente era composta dai cosiddetti "re fannulloni" e che questi in realtà avessero un potere più apparente che reale.
Torniamo al tenzone.
Carlo Martello crea un forte esercito composto da diverse tribù germaniche,in sorta di multinazionale barbara per affrontare il governatore andaluso che marcia verso Tours e la sua ricca basilica. Carlo proclama un semplice bannum,una mobilitazione parziale,invece di una mobilitazione totale lantweri.
Questo potrebbe essere un indizio che ridimensionerebbe la portata dell'evento a un semplice scontro e non a una battaglia che ha segnato un punto di svolta,impedendo agli arabi una la conquista di mezzo continente europeo. Infatti gli storici non sono così sicuri che,in caso di mancato bottino,il governatore andaluso avrebbe deciso di lanciarsi in una nuova campagna di conquista.
Raccolto l'esercito Carlo e il governatore andaluso Al Ghafiqui dopo una settimana di scaramucce,si affrontano in una battaglia campale nell'ottobre(il giorno è incerto,si parle del 10 o del 17) del 732 d.C.,la tattica di Carlo è di non cadere nella trappola araba del "mordi e fuggi" ovvero un attacco seguito da una finta ritirata che avevo come scopo attirare i franchi in un inseguimento. L'ordine è di mantenere le linee e combattere solo "corpo a corpo" La cavalleria araba è più leggera rispetto a quella cristiana,ma più veloce,al contrario quella franca è più possente ma più lenta. Come animali da trasporto gli arabi hanno anche schiere di dromedari sapendo che l'odore pungente di questi animali avrebbe irritato i cavalli nemici e potuto aprire varchi nella formazione nemica.
Anche la fanteria è differente nei due schieramenti,l'armamento arabo è più leggero rispetto a quello franco che può contare anche su un altezza media più alta rispetto ai soldati musulmani.
Lo scontro dura una intera giornata fino a quando Carlo lancia il segnale convenuto per far sbucare dal bosco le truppe montate di ottone che caricano il fianco destro dei Musulmani. La battaglia si trasforma in una carneficina: i soldati arabi vengono travolti e sterminati dalle truppe franche più pesantemente armate,sul campo restano migliaia e migliaia di soldati arabi,tant'è che gli stessi cronisti arabi parlarono di un "lastricato di martiti". Carlo Martello riesce a mandare in frantumi l'esercito musulmano anche se quest'ultimo era ingrado a breve di riorganizzarsi e tornare all'attacco.
Più tardi la propaganda cristiana parlerà di una impresa leggendaria,di uno scontro epico che ha evitato al Vecchio Continente di finire nella mani dell'armata di Maomettomin realtà,forse,molto probabilmente si trattò di una battaglia che all'epoca non ebbe tutti questi risvolti ma ebbe una motivazione tattica,ovvero impedire alla cittadina franca di Tours di cadere e aprire la via agli arabi con l'aspetto religioso messo in secondo piano o addirittura trascurabile.
Il fatto stesso che Carlo Martello non si preoccupò eccessivamente della battaglia limitandosi a una chiamata alle armi parziale,invece che totale sembrano dare forza a questa tesi che vede in realtà la battaglia di Poitiers solo una battaglia per motivi tattici più che motivi religiosi e che solo,la propaganda crisitiana diede risalto all'aspetto religioso affibiando allo scontro una chiave di svolta che segnò un'epoca evitando,secondo i cristiani, un dominio sotto le insegne musulmane.
In realtà,gli storici non sono così convinti che la eventuale caduta di Tours o il mancato bottino della Basilica abbia potuto permettere agli arabi una facile e rapida conquista,gli storici non lo escludono,ma non lo danno neppure per scontato.

giovedì 25 ottobre 2012

L'altra faccia del (Re) Sole.

Luigi Deodato fu concepito,secondo la storiografia ufficiale, durante una notte di tempesta a Parigi che costrinse il riluttante Luigi XIII a unirsi carnalmente con sua moglie Anna d'Austria.
Colui che sarebbe divenuto Luigi XIV nacque nel settembre del 1636 e si evince già dalla descrizione del suo concepimento,rocambolesco,come questo virgulto avrebbe dato alla Storia frutti indimenticabili.
Esso è conosciuto,ammirato,studiato in ogni angolo del mondo per la sua condotta politica che innalzò il Regno di Francia a "superpotenza" del Gran Secolo.
Grande che visse tra Grandi della sua epoca come Cartesio,Pascal,Lulli e Racine maestri indiscussi nella filosofia,nella musica,nella matematica. Grande che ebbe attorno a se il genio di Vauban,insuperabile nell'innalzare le fortificazioni che dovevano difendere la Francia Orientale dalle rivali protestanti e Colbert che rese florido e prospero il commercio e l'economia francese con una politica protezionistica che,oggi,sarebbe ridicolo ripresentare,ma che fece la fortuna del Regno di Luigi XIV.
Il Re Sole fu il monarca assoluto,il regista consacrato di tutti i piaceri,colui che fondò uno dei palazzi più splendidi e unici al mondo:una gemma di marmo incastonata nel verde smeraldo di parchi e giardini lussureggianti che monarchi europei cercarono disperatamente di imitare: Versailles.
Tuttavia,il seguente post,vuole svelare un lato poco studiato e poco risaputo del Re Sole l'altra faccia della sua condotta politica che sarà il germe di una Rivoluzione che travolgerà qualsiasi cosa.
Luigi XIV fu responsabile dell'editto di Fointenbleu che eliminava l'editto di Nantes emanato da Enrico IV nel XVI secolo. Con l'editto di Nantes voluto da Enrico IV,la Francia  vedeva terminare una lunghissima serie di guerre di religione che insanguinavano il regno da decenni. L'Editto,seppur con alcune restrizioni e in maniera confusa,concedeva ai protestanti francesi di professare la loro religione senza subire molestie,soprusi e violenze di ogni genere. Il cattolicesimo e il protestantesimo in Francia,potevano finalmente convivere.
Eppure Luigi XIV attuò una politica di "dismissione" del vecchio editto ricorrendo sia a incentivi pecuniari per favorire le abiure,sia a maniere militari in caso in cui,i protestanti persistevano nel rifiuto di convertirsi alla religione cattolica. Tra gli anni '70 e '80 del XVII secolo furono sguinzagliati migliaia di Dragoni in tutta la Francia con il compito preciso di ottenere l'abiura dei protestanti con ogni mezzo.
Violenze,saccheggi,confische,stupri,devastazioni furono gli argomenti utilizzati da questi soldati che,per ordine del Re Sole si accampavano all'interno delle case appartenenti a famiglie protestanti,obbligandoli,con simili soperchierie,all'abiura.
Luigi XIV vietò ai protestanti di esercitare anche determinate professioni come il commercio,all'epoca assai florido e tenuto in mano proprio dai protestanti che erano diventato il volano dell'economia francese. Le conseguenze furono catastrofiche: per sfuggire a queste persecuzioni religiose,oltre 300mila protestanti abbandonarono la Francia trovando rifugio presso nazioni correligionarie come Inghilterra,Olanda e Stati Tedeschi che presero a protestare contro le misure feroci attuate dal monarca francese e a odiare quella nazione che si mostrava così intollerante verso i propri sudditi che fino ad allora erano stati liberi di professare il Credo di martin Lutero grazie all'editto concesso da Enrico IV.
Enrico IV di Borbone che prima di salire sul trono francese dovette abiurare forzatamente e abbracciare il cattolicesimo,lui che era protestante figlio di protestante appartenente a una dinastia che recitava il Credo Ribelle della Riforma.
L'economia francese ebbe un colpo non indifferente,il commercio che era il fulcro della Francia non si riprese trascinandosi penosamente fino all'esplodere della Rivoluzione. L'Editto di Fointenbleau fu un atto formale che sanciva la fine del protestantesimo francese e di coloro che lo avevano professato divenendo dei proscritti costretti a fuggire dalle "Dragonnades" veri atti di violenza compiuti dai Dragoni di Sua Maestà.
Le cause scatenanti di un evento che cambierà il volto dell'Europa non sono solo da ricercarsi nel XVIII secolo con l'avvento dell'enciclopedia e le teorie di Voltaire,Rousseau e Dalembert,ma,specificatamente nelle guerre condotte proprio da Luigi XIV inebriato dall'idea di regalare alla Francia un dominio egemone in Europa ma che dissestò irrimediabilmente le finanze del Regno che avrebbero languito per decenni fino al tragico epilogo della Rivoluzione Francese. Luigi XIV impegnò la Francia in tre guerre in trent'anni con spreco di vite umane ed economiche senza peraltro ottenere ciò che desiderava.
Migliaia di giovani trovarono la morte nelle paludi,nelle colline,sui prati delle battaglie combattute contro Olanda,Inghilterra e Austria. L'economia che Colbert riuscì a far fiorire,Luigi XIV riuscì ad abbttere in maniera quasi irrimediabile con ingressi in teatri di guerra discutibili,se non evitabili. La guerra di Successione Spagnola durò oltre 10 anni e costrinse il Re francese addirittura a concedere condizioni di pace umilianti ai suoi nemici pur di uscire da un conflitto che aveva impantanato la Francia come Gli States di Nixon in Vietnam.
Luigi XIV morirà il 1° settembre del 1715 a Versailles odiatissimo dai suoi sudditi che a Parigi insultarono il suo cadavere bollandolo come "Tiranno" nonostante le esequie funebri si tennero di notte proprio per evitare eventuali scempi nei confronti della salma.
Il sovrano assoluto che visse nel lusso e nel piacere,nella grazia e nella gloria,da giovane durante i governi di Richelieu e Mazzarino vestiva abiti rattoppati,viaggiava in carrozze malandate e si corivava sotto lenzuola lacere e bucate rischiando una detronizzazione da record quando,ancora minorenne e sotto tutela della madre,Anna d'Austria dovette fuggire da Parigi messa  a soqquadro dalle fronde del parlamento prima e dei principi poi.
Colui che perseguitò i protestanti e mosse eserciti contro tutti gli Stati d'Europa morirà in un giorno carico di significati: il 1° settembre 1939 scoppierà la Seconda Guerra Mondiale che trascinerà il mondo in un terrificante abisso di follia,quell'abisso in cui Luigi XIV aveva lasciato la Francia al momento della sua morte.